La tecnica della tempera all’uovo alla maniera di RRH per realizzare il quadro “La Danza Macabra”
Da tempo meditavo di prendere in mano una tecnica che per motivi di studio avevo maneggiato molti anni fa.
Erano gli anni dell’Accademia di Belle Arti, l’Albertina di Torino per la precisione durante il primo anno del corso di Restauro durante il seminario per il corso sull’affresco .
Avevo usato l’uovo per la realizzazione dei cartoni preparativi all’affresco e solo un paio di volte ancora poi per realizzare copie di Icone.
Lì soprattutto ho imparato ad apprezzare la tempera e la doratura a guazzo.
Dicevo quindi che da anni volevo riprovare ma per un motivo o per l’altro avevo sempre rimandato. Fino ad ora.
Il quadro che ho realizzato è una Danza Macabra molto grande , con la cornice siamo a 70 cm x 140 cm , soggetto e supporto si prestavano molto bene a questa tecnica e così ho deciso di provarla.
Ho voluto seguire abbastanza fedelmente le indicazioni di Cennino Cennini che nel 400 aveva dedicato alla tempera all’uovo un lungo capitolo al quale anche al giorno d’oggi tutti fanno riferimento.
Il supporto
Ho tagliato le mie tavole di pioppo lamellare da inserire in queste vecchie cornici dorate e ci ho messo un bel po’ devo dire.
Nel frattempo avevo messo a gonfiare in acqua i grani di colla organica che poi ho riscaldato a bagnomaria e ho ottenuto la mia bella e puzzolente colletta che ho applicato a pennello su fronte retro e fianchi del mio supporto ligneo.
Successivamente ho imbibito la tela di cotone con la colletta e l’ho applicata prima sul fronte facendola aderire molto bene e poi sui fianchi.
Per finire ho teso la tela sul retro e ho rifinito con abbondante colla per fissarla bene.
Due giorni dopo ho preparato nuova colla che stavolta ho unito al gesso di Bologna e ho preparato il fondo con 8 mani stese a pennello.
Ad asciugare ci ha messo 3 giorni .
Successivamente ho carteggiato con la carta seppia per ottenere una superficie liscissima .
Il medium a uovo e i pigmenti
Ci sono tantissime ricette per costruirsi un buon medium a uovo, la ricetta “madre” ovvero quella originale che i monaci usavano per dipingere i codici miniati prevede l’utilizzo del solo rosso d’uovo, qualche goccia di latte di fico e una goccia di miele .
Io il latte di fico non lo avevo, difficile in inverno oltretutto rimediarlo, quindi ho sperimentato la versione uovo e gocce d’aceto – orribile come odore – ; uovo e grappa ; uovo e gomma arabica . Si usa sempre anche un po’ di acqua distillata e se bisogna usare il blu oltremare, meglio scegliere grappa o alcol perché l’avete lo ossida .
Il blu non lo uso praticamente mai, la mia tavolozza minimale è composta da neri, bianco di titanio, biacca, seppia, terra d’ombra naturale, terra di Siena bruciata e naturale, caput mortum e rosso di Cadmio scuro.
È stato fondamentale usare dei pennelli di qualità superiore . Io li uso comunque sintetici ma devono essere super pennelli! Un po’ di tutte le taglie ovviamente ma sicuramente con l’uovo vincono i pennelli tondi dal n°3 in giù fino almeno allo 0000.
L’esecuzione
Qui qualche mio professore mi avrebbe tirato un cazzotto volentieri . Perché?
Perché io ho fatto un bel disegno preparativo , lo giuro, magari non dettagliatissimo ma si, lo avevo fatto e l’ho riportato sulla mia bella tavola e poi non ho seguito praticamente nulla di ciò che avevo disegnato . MALE!
Pare sia molto sbagliato come metodo, lo so, perché è una tecnica questa che va progettata e poi eseguita…. se la vuoi usare come la usavano gli antichi ovviamente .
L’amico Amanuense mi disse una volta che i monaci miniaturisti non mescolavano mai i colori tra loro perché l’atto di mescolare aveva un qualcosa di simile all’atto sessuale 😆 che strani i monaci.
I miei colori hanno fatto delle orge quindi 😜😆😆
Ho costruito l’immagine partendo dalla scenografia e da lì è venuta fuori la scena:
Un chiostro in rovina che sorge ai piedi di una montagna è il teatro che ospita la Danza dei Morti .
La Luna d’oro fa risplendere le stelle nel cielo nero.
La montagna buia è punteggiata da lumini di una processione infinita che pian piano scendono giù tra i boschi neri e giungono sulla scena principale:
Qui vediamo molti personaggi che interagiscono tra loro , alcuni musici , alcuni ballerini.
Al centro il Re sembra confuso mentre uno scheletro senza sudario- ho voluto rappresentare qui la Morte come nuda e semplice verità- gli ghermisce la mano inanellata mentre a sinistra un altro scheletro si allontana dimenticandosi la mano in mano al Re.
Subito a sinistra dello scheletro monco ci sta l’amanuense Scritto a Mano – Scriptorium Amanuense nella sua posa marziale d’orgoglio mentre mostra il suo primo Rotolum – quasi vergine – ed è ritratto con il suoi abiti preferiti.
Altri personaggi popolano il lato destro del dipinto, i morti si scambiano una clessidra gocciolante sangue mentre la Giustizia armata di spada d’oro e bilancia , tenta di fuggire da ciò che sta succedendo più a sinistra ma l’amico Doctor Plague – il Medico Covidio ormai onnipresente- la invita a guardare: il Papa in catene d’oro china il capo e offre la sua santità al Frate con il saio ridotto a brandelli che con soddisfazione gli fa vedere cosa ne pensa della sua croce.
Nella parte alta del dipinto ci sono gli Arcieri , due dei quali a cavallo, e le due Tristi Mietitrici che aiutate da un Corvo forniscono l’illuminazione alla scena .
A destra in alto , vicino alla luna ci sono io con i miei corvi intenta a dipingere la scena .
Ecco io ero partita cercando di usare i colori nella maniera più tradizionale possibile e invece alla fine non ho resistito e ho un po’ “piegato” la tempera all’uovo al mio stile.
Lunga preparazione , lunga esecuzione ma che dire… io mi sono divertita tanto! Penso che questa tecnica si presterà benissimo su alcuni dei miei soggetti preferiti.
Secondo voi? Quali sono i soggetti che potrei realizzare a Tempera all’uovo?